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Green Pass «E per i titolari dei locali non c'è nessun obbligo»

La questione green pass tocca, come si sa, da vicino anche i ristoratori e i baristi.

Scrive Marco Arzeni, segretario Confcommercio Fano e segretario Federlaberghi: «In merito all'obbligo del controllo della clientela tramite il Green Pass, un provvedimento fortemente contestato dalla categoria di ristoratori e baristi che non vogliono vedersi appiccicare l'etichetta di pubblici ufficiali e come tali non possono assumersi responsabilità che spettano ad altri, riteniamo impensabile che, con l'attività frenetica che caratterizza questi locali, titolari e dipendenti possano mettersi a chiedere alle persone di esibire il loro green pass e ancor meno a fare i controlli incrociati con i rispettivi documenti di identità. Così facendo c'è il rischio di rendere inefficace la norma. Bisogna semplificare, prevedendo che chi entra in un locale sia consapevole se può entrarci o meno, e pronto a pagare le conseguenze se non in regola, ma i controlli devono rimanere in capo alle forze dell'ordine e noi ci batteremo in fase di conversione in legge del decreto perché questo avvenga".

«Poi - continua Arzeni - dovremmo evitare di dare notizie non confermate, come quella in cui rappresentanti di categoria, poco informati, asseriscono che l'obbligo di avere il Green Pass scatti anche per i titolari delle attività e i loro dipendenti; obbligo che ancora non è stato sancito in nessuna norma (in pratica, funziona come se il bar o il ristorante fossero un'azienda, ndr). Siamo favorevoli alla vaccinazione come unico strumento per tornare a livelli di normalità e riteniamo che il Green pass rappresenti uno strumento straordinario ed efficace sia per riaprire quelle attività al momento ancora chiuse, come le discoteche, sia per consentire l'accesso di un numero più ampio di persone in occasione di eventi culturali o spettacoli. II green pass va, insomma, utilizzato in chiave positiva e non punitiva. È un cambio di prospettiva fondamentale in grado di garantire equilibrio e sicurezza sanitaria. Se davvero si ritiene che la campagna vaccinale abbia bisogno di un'ulteriore spinta, si estenda l'obbligatorietà della vaccinazione, doppia o singola dose, per accedere ad ogni tipo di servizio. Perché se serve l'ennesimo sacrificio, questo va condiviso da tutti".

Quel documento sta creando confusione Se vai in hotel a dormire, non serve: ma se consumi o fai vita sociale, allora sì.

1° PARADOSSO Chi va solo a dormire in un hotel non ha l'obbligo di mostrare il green pass. Ma se consumi pasti in luoghi chiusi, o se vai ad esempio un una spa o partecipi a un convegno all'interno di un hotel, allora il green pass serve.

DAL 6 AGOSTO Dal 6 agosto il green pass è obbligatorio se si va a mangiare nei ristoranti al chiuso o se si consuma nei bar, sempre al chiuso. Ma resta l'incertezza se le sale da pranzo degli hotel sono equiparabili, e quindi necessitano del green pass

2° PARADOSSO La poca chiarezza regna anche sulla obbligatorietà, da parte dei titolari di bar o ristoranti, di avere il green pass. Confommercio spiega che non esiste al monento questo obbligo. Ma per i clienti sì: altro paradosso.


Da Il Resto del Carlino di oggi

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